Sonetto ironico di Frugoni composto provabilmente per Traetta
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Mio riverito mastro di Cappella, Che scapellato ad udir viene Apollo, Che ti venga un’eterna cacarella, Se di farmi mutar non sei satollo. So, che la tua gentil Musica bella Darà agli Asini tutti un fiero crollo; Ma infine ogni mio Verso anche è una stella; E se più muto, che mi rompa il collo. Metti fuor quelle note maestrone, Che faccian di stupore cascar morto Ogni critico insulso, ogni melone. Per me ho finito, e mi riposo in porto: Tieni or tu, come sai, dritto il timone Nell’armonico mar Nocchiero accorto: Ma ti prego, e t’esorto, Se molto anche hai da far, se il tempo è poco, Siegui a studiar; lascia l’amor, e il gioco.